Compost by Paolo Rig8
Tracklist
| 1. | Solo se mi va | 4:00 |
| 2. | Spacca tutto | 3:13 |
| 3. | Binari | 4:30 |
| 4. | Respiro | 3:26 |
| 5. | Momento onirico | 3:59 |
| 6. | L'ultima poi basta | 3:54 |
| 7. | Compost | 5:36 |
| 8. | Senza un fine | 2:48 |
| 9. | Ancora in tempo | 3:47 |
| 10. | Ho fatto un Dio | 4:11 |
Credits
released November 22, 2024
Compost
Testi e musiche di Paolo Rigotto
P.R.: voce, cori, pianoforte, sintetizzatori, batteria, percussioni, basso elettrico, chitarra elettrica ed acustica, produzione.
Fantasmini in “Compost”: Maria Messina
Registrato e mixato presso lo studio Freakone di Torino.
Ideazione grafica: Paolo Rigotto
Realizzazione grafica: AI Leonardo su prompt di P.R.
per scelta concettuale dell'autore.
A questo proposito, ecco una breve chiacchierata con Paolo:
- Perché hai scelto il titolo compost?
Compost è il tornare a una nuova condizione organica, come reincarnazione. Ma è anche una critica a ciò che siamo, a ciò di cui ci nutriamo.
Sono partito dall’inquietudine per la mia personale condizione di cinquantenne, dalla consapevolezza del lento deterioramento della persona in cui rivedo lo stesso deterioramento che colpisce il mondo. Bisogna rinascere dalla decomposizione di sé.
Cosa significa l'idea di quel disegno in copertina? Decomposizione di rifiuti organici, in relazione alla scelta dei brani, che legame c'è?
Volevo che la copertina trasmettesse questo senso di inquietudine, un hamburger che avesse più l'aria di qualcosa che sta per mangiarti, invece che di qualcosa che sta per essere mangiato. Perché siamo noi (l'umanità) la causa del nostro stesso deterioramento, in una sorta di corto circuito.
Perché usare l'intelligenza artificiale per creare la copertina?
È una scelta che parla anch'essa del deterioramento dell’umanità.
Pur odiando l'idea di una grafica fatta dall'intelligenza artificiale, in questo caso, sentivo di esprimere maggiormente ciò che volevo raccontare: ho pensato a un’umanità così dipendente dalla propria ipertecnologica decadenza che, per rappresentarla, si affida ad una intelligenza "altra".
Inizialmente non doveva necessariamente essere fatta con la ia, ma ho cominciato a giocarci finché non è venuta fuori questa immagine come conseguenza al comando "hamburger con occhi e mani in una luce oscura". L'immagine di copertina era molto vaga come idea, l'ia ha fatto questo disegno che mi ha colpito perché c'era tutto quello che volevo comunicare e anche qualcosa di inquietante e non voluto.
Inoltre trovo che, per me, abbia un aspetto molto stimolante: l’ia non giudica quello che crea, un po' come fa l'inconscio quando crea i sogni
Compost
Testi e musiche di Paolo Rigotto
P.R.: voce, cori, pianoforte, sintetizzatori, batteria, percussioni, basso elettrico, chitarra elettrica ed acustica, produzione.
Fantasmini in “Compost”: Maria Messina
Registrato e mixato presso lo studio Freakone di Torino.
Ideazione grafica: Paolo Rigotto
Realizzazione grafica: AI Leonardo su prompt di P.R.
per scelta concettuale dell'autore.
A questo proposito, ecco una breve chiacchierata con Paolo:
- Perché hai scelto il titolo compost?
Compost è il tornare a una nuova condizione organica, come reincarnazione. Ma è anche una critica a ciò che siamo, a ciò di cui ci nutriamo.
Sono partito dall’inquietudine per la mia personale condizione di cinquantenne, dalla consapevolezza del lento deterioramento della persona in cui rivedo lo stesso deterioramento che colpisce il mondo. Bisogna rinascere dalla decomposizione di sé.
Cosa significa l'idea di quel disegno in copertina? Decomposizione di rifiuti organici, in relazione alla scelta dei brani, che legame c'è?
Volevo che la copertina trasmettesse questo senso di inquietudine, un hamburger che avesse più l'aria di qualcosa che sta per mangiarti, invece che di qualcosa che sta per essere mangiato. Perché siamo noi (l'umanità) la causa del nostro stesso deterioramento, in una sorta di corto circuito.
Perché usare l'intelligenza artificiale per creare la copertina?
È una scelta che parla anch'essa del deterioramento dell’umanità.
Pur odiando l'idea di una grafica fatta dall'intelligenza artificiale, in questo caso, sentivo di esprimere maggiormente ciò che volevo raccontare: ho pensato a un’umanità così dipendente dalla propria ipertecnologica decadenza che, per rappresentarla, si affida ad una intelligenza "altra".
Inizialmente non doveva necessariamente essere fatta con la ia, ma ho cominciato a giocarci finché non è venuta fuori questa immagine come conseguenza al comando "hamburger con occhi e mani in una luce oscura". L'immagine di copertina era molto vaga come idea, l'ia ha fatto questo disegno che mi ha colpito perché c'era tutto quello che volevo comunicare e anche qualcosa di inquietante e non voluto.
Inoltre trovo che, per me, abbia un aspetto molto stimolante: l’ia non giudica quello che crea, un po' come fa l'inconscio quando crea i sogni








